lunedì 30 gennaio 2017

L'Inquisizione contro i "populismi antiscientifici"



Se "1984" di George Orwell è al primo posto tra i classici più richiesti e venduti in questi giorni - chissà mai perché - Franz Kafka meriterebbe di essere al secondo posto, assieme a Bulgakov e a tutti gli autori che hanno descritto letterariamente gli orrori dell'inquisizione ideologica, non meno feroce di quella antica religiosa. 

Questa che tento di raccontarvi nel modo più obiettivo possibile è una storia incredibile, assurda, appunto kafkiana, che dimostra ancora una volta il livello di palese disonestà intellettuale a mezzo stampa nel quale siamo immersi e il ruolo che la stessa stampa ha ormai assunto come guardiana del pensiero unico, dell'ortodossia e dell'ideologia. E tutto questo non in paesi oppressi da dittature conclamate ma nel nostro occidente industrialmente avanzato. 

Faccio un passo indietro. Durante la campagna elettorale di Donald Trump mi colpì un suo intervento in un dibattito riguardo a quella che lui definì "l'epidemia di autismo" che, sempre secondo le sue parole, "stava andando fuori controllo". In quel dibattito egli dichiarava di non essere affatto contro i vaccini ma soltanto contro il loro uso combinato e in dosi eccessive. 


Un problema studiato anche nella ricerca sulla Sindrome del Golfo, una condizione che colpisce i veterani delle guerre condotte negli ultimi decenni. La sua insorgenza viene ora ufficialmente attribuita all'utilizzo di un antidoto contro i gas nervini denominato P.B., che però veniva somministrato ai soldati in una routine contro possibili attacchi batteriologici che comprendeva altri farmaci e numerosi vaccini, come quello contro l'antrace. A ciò si sommava poi l'esposizione all'uranio impoverito per quella che a tutti gli effetti era una intossicazione massiccia e contemporanea da parte di tanti diversi agenti nocivi o potenzialmente tali in associazione. Sulla sindrome del golfo e sulle leucemie che hanno colpito i reduci - anche italiani - in questi anni è calata la censura della congiura del silenzio, come accadde per le conseguenze sulla salute dei soldati e dei civili dell'uso dei defolianti come l'Agente Orange durante la guerra del Vietnam negli anni sessanta. 

L'osservazione di Trump sull'autismo divenuto epidemico in America mi incuriosì perché era qualcosa di cui comunque non mi risultava si stesse parlando molto, a differenza di altre presunte epidemie che sollecitavano massicce campagne mediatiche sulle vaccinazioni di massa da somministrare soprattutto "ai soggetti più deboli". L'autismo stesso è una condizione assai poco nota ai non specialisti. Ho dovuto ricorrere alla memoria per ricordarmi cosa mi avessero insegnato all'Università a riguardo. Ricordo vagamente che allora, vent'anni fa, si usava colpevolizzare le madri - non si sa bene sulla base di quale prova scientifica - le quali, con il loro comportamento o atteggiamento distaccato e non inclusivo, avrebbero indotto la sindrome autistica nei figli. 
Più di recente si era parlato di autismo ogniqualvolta i media si erano affannati a condannare chiunque avesse osato associarli all'uso dei vaccini, come nel caso della controversia attorno al film documentario "Vaxxed", inizialmente proposto per una proiezione al Senato, su proposta di un senatore del M5S, e poi cancellato. Ricorderete inoltre senz'altro uno dei tipici mantra del fideismo da nemesi medica: quel "Non è vero che i vaccini causano l'autismo" che presto troveremo scritto sui muri come il fu "credere, obbedire, combattere".

Dopo l'elezione di Trump e la sua decisione di nominare Robert Kennedy jr. a capo di una commissione sulla sicurezza dei vaccini - iniziativa ovviamente considerata scandalosa a prescindere dai soliti megafoni del P.U. (pensiero unico) che definiscono Kennedy "crociato antivaccinista", ho cercato il suddetto documentario per vederlo, assieme ad un altro che ho trovato per caso, sempre sull'argomento, forse ancora più significativo. 
E' questa la storia incredibile di cui parlavo all'inizio. Una storia che fa decisamente paura e che spezza il cuore per le indicibili sofferenze di intere famiglie che racconta. Sofferenze vissute nella pressoché totale indifferenza delle autorità e nell'altrettanto totale inconsapevolezza dell'opinione pubblica. Una storia emersa da un inferno in terra della cui esistenza non dobbiamo essere consapevoli e, per nascondere il quale, si scrivono articoli come questo, che vi inviterò a rileggere alla fine di questo post, per vedere l'effetto che vi farà.

"Vaxxed" è stato diretto da Andrew Wakefield che, assieme ai colleghi Dr. Simon Murch e Prof. Walker-Smith dell'Unità di Gastroenterologia Pediatrica del Royal Free Hospital di Londra aveva condotto negli anni novanta una ricerca su 12 pazienti che si erano rivolti a lui per una particolare forma di enterocolite cronica, definita in seguito IDB, una malattia infiammatoria intestinale associata all'autismo. I pazienti infatti erano bambini autistici i cui famigliari riferivano tutti la stessa storia. I loro figli erano nati normali e si erano sviluppati normalmente ma, all'età di 13-18 mesi, dopo aver ricevuto di routine il vaccino trivalente morbillo-parotite-rosolia (MMR), erano caduti improvvisamente ammalati. Febbre, convulsioni, diarrea per giorni e poi, da un giorno all'altro, la perdita delle funzioni neurologiche maturate fino a quel momento e la comparsa di una totale chiusura in sé stessi. Una condizione irreversibile e che, per quanto riguardava la malattia intestinale, cronica ed altamente invalidante fino al punto di richiedere, in alcuni casi, l'asportazione dell'intestino.
Il risultato della ricerca di Wakefield, Murch e Walker-Smith fu un articolo pubblicato su "Lancet" nel 1998 dove gli autori non scrivevano affatto che la vaccinazione trivalente MMR era responsabile del danno autistico ma che vi potrebbe essere una correlazione. Tale  correlazione deve essere attentamente studiata e, in attesa di chiarificazione sui rischi, il vaccino trivalente deve essere sospeso in favore dell'utilizzo dei singoli vaccini contro morbillo, parotite e rosolia.

Ciò che accadde dopo è difficile da credere. Come immediata risposta all'articolo, il governo laburista di Gordon Brown ritirò la licenza ai singoli vaccini contro morbillo, parotite e rosolia commercializzati fino ad allora nel Regno Unito e contemporaneamente, negli Stati Uniti, la Merck smise di produrli. Quando Wakefield chiese ai responsabili della salute pubblica britannica il perché di questa scelta sconcertante, gli fu risposto: "Se permettiamo ai genitori di optare per i vaccini singoli, ciò distruggerebbe il nostro programma MMR."
Genitori che, nel frattempo, dovevano lottare contro l'incomprensione della loro tragedia da parte delle autorità sanitarie. Come se la loro condizione dovesse essere, per ordini superiori, negata o negletta. Vi sono madri che raccontano, nei documentari, come i medici rispondessero alla loro richiesta di aiutare bambini in condizioni disperate: "Ci dispiace, ma non vogliamo che la politica entri in ambulatorio."

Nel 2004 il General Medical Council mette sotto inchiesta gli autori della ricerca dopo una denuncia presentata del giornalista divulgatore scientifico del "Sunday Times" Brian Deer, secondo il quale i tre avrebbero condotto la loro ricerca in maniera inappropriata, falsandone quindi i risultati. (Ricordo che Wakefield, Murch e Walker-Smith avevano chiesto solo prudenza nell'utilizzo del vaccino trivalente, non l'abolizione tout court dei vaccini).  
Deer è un personaggio che giudicherete voi stessi da questo secondo video: un tipico debunker di professione, quei pupazzi da ventriloquo che ripetono tutto il repertorio delle fallacie retologiche della propaganda come l'appello all'incredulità (se un'argomentazione sembra incredibile, non può essere vera) in questo caso addosso a poveri genitori devastati da una quotidiana sofferenza da girone infernale. 
Deer addirittura si presentò sotto falso nome a casa di alcune delle 12 famiglie coinvolte nella ricerca di Wakefield et al. al fine di estorcere loro informazioni sulla conduzione della ricerca da parte dei tre medici.

Alla fine delle udienze, nonostante Richard Horton, caporedattore di Lancet, avesse confermato, nella sua deposizione del 2007, l'accuratezza nello svolgimento della ricerca di Wakefield et al., e i famigliari dei bambini avessero difeso con passione l'operato dei tre medici - alcuni dei genitori dei casi più gravi si videro revocare l'avvocato d'ufficio - il 9 agosto 2009 il General Medical Council condannò i ricercatori, revocando la licenza medica al dott. Wakefield. Lancet ritirò l'articolo già pubblicato.
Sicuramente è una pura coincidenza, come dicono i debunkers, ma nel febbraio di quello stesso anno James Murdoch, alto dirigente di News International che possiede il Sunday Times, aveva accettato un posto da Direttore non esecutivo nel Consiglio di Amministrazione della GlaxoSmithKline, azienda che produce il vaccino trivalente MMR.

Dopo la sentenza, tuttavia, le testimonianze incessanti dei genitori e il parallelo aumento esponenziale dell'insorgenza dei casi di autismo nel periodo tra i 13 e i 18 mesi, durante il quale i bambini ricevono il vaccino MMR e in alcuni casi fino a sette vaccini contemporaneamente, compresi alcuni somministrati senza il consenso dei genitori - come testimoniato da denunce presentate negli Stati Uniti, hanno mantenuto vivo negli anni l'interesse per il caso Wakefield.
Il prof. Walker-Smith presentò ricorso alla Corte Suprema di Londra contro la sentenza del GMC e, nel 2012 è stato totalmente scagionato dalla nuova sentenza, la quale afferma inequivocabilmente che il caso contro i medici del R.F. H. è stato costruito apposta per screditare qualsiasi ricerca in grado di associare i danni da vaccino come l'autismo al vaccino MMR. Il giudice terminò la sentenza con un ammonimento: "che non succeda più."
La decisione della Corte Suprema di fatto scagionava anche gli altri accusati ma Wakefield non potè essere reintegrato nella professione medica per un motivo molto semplice. Non aveva i soldi per presentare ricorso, non poteva permetterselo, a differenza del prof. Walker-Smith. Per questo motivo risulta, per i pupazzi da ventriloquo, ancora colpevole.

Questo è il caso Wakefield ma "Vaxxed" racconta soprattutto del martirio dei bambini autistici. Bambini ai quali è imposta una vita fatta di dolori di pancia atroci, diarrea continua o blocco intestinale, mal di testa feroci che li costringono a sbattere la testa contro il pavimento o contro il muro. Bambini che mangiano le proprie feci, che da adolescenti possono diventare aggressivi e anche pericolosi e che, soprattutto, a causa di una disabilità permanente, sono condannati a dover dipendere per tutta la loro vita dagli altri.
La congiura del silenzio voluta dai padroni della salute sull'epidemia di autismo implica costi sociali enormi e ne implicherà ancora maggiori per il futuro, se non vi si porrà rimedio. Secondo alcuni calcoli, una malattia che colpisce prevalentemente i maschi e che ha un andamento attualmente esponenziale potrebbe, entro il 2030, rendere l'80% dei maschi irrimediabilmente disabile.

C'è un altro aspetto della vicenda che, secondo alcune testimonianze riportate in "Vaxxed", sarebbe oltremodo inquietante e meriterebbe una vera commissione di inchiesta ufficiale che ne sancisse la veridicità o meno. 
Una gola profonda del CDC, l'organismo federale che controlla l'andamento delle malattie negli USA, sostiene che l'ente era a conoscenza del fatto che vi potesse essere una correlazione tra la somministrazione del vaccino trivalente MMR e l'autismo - come affermato nella ricerca dei medici del Royal Free Hospital, perché questa era risultata significativa nelle loro ricerche interne e soprattutto nei bambini afroamericani, i cui numeri di incidenza per l'autismo erano risultati altissimi. Tuttavia, questi dati relativi ai bimbi afroamericani furono deliberatamente aggiustati o eliminati, in modo da falsificare tutta la ricerca ed annullare la significatività dei dati. Si parla di documenti distrutti, di ostruzione alla giustizia e di falso per alcuni alti dirigenti del CDC. 
Non solo la correlazione che Wakefield e gli altri avevano suggerito di cercare sarebbe stata trovata, ma il dato sconvolgente che i bambini afroamericani di sesso maschile presenterebbero un rischio maggiore di ammalarsi rispetto agli altri gruppi di bambini sarebbe stato occultato. Per paura di sollevare una controversia su una questione "razziale", forse? Può un bias culturale soffocare lo spirito del metodo scientifico che non deve per definizione farsene condizionare? Un perfetto caso in cui, in nome del profitto, le Black Lives Don't Matter.

Dopo aver visto i due documentari ho ripensato al recente caso Zika e vi riporto queste righe da un mio post a riguardo:
"Un'altra possibile causa o concausa delle microcefalie potrebbe essere stata una campagna di vaccinazione obbligatoria di decine, se non centinaia di migliaia di donne gravide condotta nel 2014 con un vaccino trivalente contenente i virus di pertosse, tetano e difterite che è stato aggiunto all'altro vaccino trivalente morbillo, rosolia e parotite, somministrato anch'esso in gravidanza. La maggior parte delle donne gravide della campagna del 2014 risiedevano proprio nella zona di Pernambuco."
Ricordate? Bambini ai quali vengono somministrati anche sette vaccini contemporaneamente. Dai quattro vaccini che ricevevamo noi negli anni sessanta siamo passati oggi negli USA ai 69 tra prima somministrazione e richiami.
Sembra diventato lo stesso meccanismo dei derivati. Merda dentro merda, impacchettata dentro altra merda e il rischio diventa esponenziale, devastante. La stessa mentalità che nasce dall'incontinenza del profitto, un profitto senza freni, che invade, pervade e corrode ogni aspetto della nostra vita, inclusa la salute e che non può essere messo in discussione, pena la consegna all'Inquisizione.
Lo sapevate che, a differenza dei farmaci, i vaccini non vengono sottoposti agli stessi test di sicurezza? Che vengono immessi sul mercato senza l'obbligo di certificarne l'innocuità? Che le case farmaceutiche sono state esentate dal pagamento dei risarcimenti, che sono a carico dei contribuenti? E' questa l'anomalia di cui dovrà occuparsi Robert Kennedy jr. ma vi diranno che Donald Trump  è uno stronzo antivaccinista. 
Ecco perché vi hanno venduto "Vaxxed" come un film "grillino", quindi da irridere e censurare, solo perché la sua proiezione al Senato era stata richiesta da un senatore del M5S. Ecco perché il presidente del senato non ne ha permesso la visione, e perché i giornali scrivono articoli come questo che, se mi avete letto fin qui, sarete in grado di considerare nel modo che merita.
Ecco, ora potete rileggerlo, assieme a  questa pagina di Wikipedia e capirete perché c'è veramente da avere paura. 



Sperando che non mi censurino.



mercoledì 25 gennaio 2017

The Shining si avvera in Abruzzo


Quella dell'Hotel Rigopiano è un incubo lucido nel quale l'orrore si è moltiplicato e diviso in tante sottotragedie, ognuna delle quali ci riporta all'unico male primario che opprime quest'Italia in svendita, questo paese perseguitato e in balia delle infermiere killer che stanno cercando di ammazzarlo del tutto con le loro iniezioni letali di anarchia, tradimento, autorazzismo, incuria colpevole, volontà sistematica di distruzione e saccheggio. 
La splendida località di villeggiatura abruzzese è divenuta suo malgrado un Overlook Hotel, il luogo della rappresentazione dell'orrore, non solo della morte ma dell'enunciazione del nuovo principio dell'economia dei disastri: "Vi saranno nuovi e ancor maggiori cataclismi e voi fareste meglio ad adattarvici". L'hotel trascinato via da una valanga annunciata non dalla luccicanza ma da un bollettino meteo, è divenuto la metafora di un pre-destino somministrato con crudeltà e sberleffo, con le autorità che ripetono, aggiungendo la nota kafkiana e sadica, che "è stato fatto tutto il possibile".

fonte

In questo orrore letterario divenuto realtà, a proposito di governance o di più banale governo, sono deflagrate le conseguenze dei famigerati tagli, venduti come inevitabili e necessari, della dieta dell'austerità. La dieta forzata imposta da chi non vuole farti dimagrire ma morire di fame. 
Scrive il Fatto Quotidiano a proposito dei tagli previsti dal bilancio di previsione 2017, riguardo la Protezione Civile:
"Ebbene, le risorse della Protezione Civile diminuiranno quest’anno addirittura di 71 milioni di euro, passando da 454,3 a 382,4 milioni. La scure viene calata, in particolare, sulle spese per gli interventi: gli 80,9 milioni di euro del 2016 vengono più che dimezzati e nel 2017 diventeranno così 38,1 milioni. Il Fondo per la prevenzione del rischio sismico subisce poi un taglio di 44 milioni di euro e il Fondo delle emergenze nazionali si riduce di 9 milioni, passando così da 249 a 240 milioni di euro."
Se uno Stato taglia le risorse per l'intervento post calamità in favore dei suoi cittadini e del suo territorio non sta solo rinnegando sé stesso ma condannando entrambi a morte, decretando al tempo stesso lo stato di anarchia.

Il destino ha voluto che al Rigopiano Hotel un evento eccezionale, una valanga di tipo particolarmente devastante, si sommasse ad un'altrettanta eccezionale sequenza sismica in corso, ma la reazione da parte di chi doveva operare per la messa in sicurezza di uomini e territorio  è stata tutt'altro che frutto del destino. 
In questa vicenda vi sono alcuni segnali che dimostrano come le autorità stiano rispondendo a queste sollecitazioni "naturali" in modo ideologico, come è tipico delle dittature.

Se i sacerdoti del frame in televisione si domandano con fastidio e ad alta voce affinchè il popolaccio dei fedeli senta bene  e capisca l'antifona:"Ma è giusto criticare l'operato del governo in questi giorni?" come se vi fosse un tempo assegnato per la critica all'autorità, una sorta di carnevale che viene concesso una sola volta all'anno come regalìa, il governo, come ormai è consuetudine, si autoassolve e pretende anche la formula piena. 

Il non poter criticare diventa sanzione disciplinare comminata alla dirigente dell'INGV per il solo fatto di aver osato mettere in discussione l'operato dell'apparatchik nominato a capo della gestione dell'emergenza terremoto. Una cosa inaudita, a sentire chi nell'Istituto ha lavorato.
Non solo, se il messaggio è ormai quello che nel meraviglioso mondo di Renzi e compagni va tutto bene e non accade mai nulla di spiacevole - come era nell'ex Unione Sovietica ed è sempre nei vari totalitarismi - un'ineffabile funzionaria può benissimo non prendere sul serio la telefonata di chi annuncia il disastro.



E nemmeno era stata presa in considerazione da tutte le autorità preposte alle quali era indirizzata, la mail della direzione dell'albergo, che chiedeva l'intervento immediato per la messa in sicurezza dei clienti, già pronti a partire con le valigie in mano. Inviata a poche ore dal disastro.


Ecco i germi della cultura delle fake news. L'idea che tutto ciò che proviene dal basso e non porta il marchio dell'ufficialità, dell'autorità, dei "nostri", deve essere per forza una bufala. Questo termine infame ed odioso come loro. Non li hanno creduti. Ripeto: non li hanno creduti.

NON LI HANNO CREDUTI


Pensate che chi ha sottovalutato ed agito in maniera incosciente sia pentito, che qualcuno, di fronte all'avverarsi della luccicanza abbia chiesto scusa? La funzionaria dice "di avere la coscienza a posto". Beata lei.
Se è come penso io non avrà conseguenze, tanto stanno già provando a concentrare gli sforzi non sul perché vi sia stato dolo nella risposta all'allarme ma sulla fatidica domanda: "Non sarà piuttosto che l'albergo non doveva stare lì in quel posto, che possiamo buttarla in corner sull'abuso edilizio?" Il che è un discorso totalmente diverso e, a quanto pare, già chiuso da precedenti sentenze di assoluzione a riguardo.

Un comunicato dell'Ordine dei Geologi,  confermando l'eccezionalità dell'evento che ha interessato l'Hotel Rigopiano, ammonisce per altro su possibili ulteriori conseguenze sul territorio derivanti dalle sue condizioni di dissesto, che non sono certo imputabili ad altri che a coloro che stanno smantellando Lo Stato perché è sufficiente Il Regime, ovvero l'entità puramente ideologica che gestisce propagandisticamente ogni aspetto della nostra vita e che crea la Matrix del meraviglioso mondo del PD per nascondere l'indicibile realtà.


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Questo è il regime che (Riforma Madia) ha appena abolito il Corpo Forestale dello Stato e non ha ancora completato il passaggio di uomini e mezzi all'Arma dei Carabinieri ed ai Vigili del Fuoco, quindi le turbine, gli elicotteri, gli spazzaneve, i mezzi per l'intervento non ricevono manutenzione e rimangono fermi e gli uomini operano a mani nude.
E' il regime che (Decreto Monti 178/12) ha  privatizzato la Croce Rossa affidandone l'operatività a dei volontari piuttosto che agli addetti specializzati, smistati nei vari ministeri a fare gli impiegati.
E' il regime che prende cinque o sei ascari, appendici di carne allo smartphone, li veste da crocerossini e li aviotrasporta sul luogo del disastro, imboccandoli con la storia dei rifugiati da un beneamato cazzo "che corrono in soccorso" da recitare - male - in favore delle telecamere per questa versione esotica e mondialista di "Asso nella manica". Per giunta mettendoli tra le palle di chi sta facendo l'impossibile per salvare vite senza cibo e mezzi sufficienti. Non ce l'ho con loro, con gli africani, sia chiaro, ma con gli immondi manovratori di pedine umane sulla scacchiera dello schiavismo travestito da generosità.



E' il regime che non fa niente ma dice di aver fatto tutto oppure avoca a sé i meriti di altri. Di coloro che, per risolvere i problemi, devono contare sempre di più sulla propria creatività e prontezza di riflessi. Regime che si autoassolve senza alcuna legittimità per farlo. Il regime delle formule magiche espressione del suo fondativo pensiero magico. Un regime che ama la beffa e, più di tutto, dirti in faccia che per lui non conti nulla. Che sembra avere abbracciato, come ovunque nel mondo domini lo stesso paradigma post-economico, il principio dello stand down, del lasciar accadere e non intervenire.
Regime sotto il quale gli orrori cinematografici possono benissimo diventare realtà peggiori e consumarsi nell'impotenza generale.




Grazie ad Alessandro Greco per le notizie e il materiale sulla vicenda postato su Twitter.

domenica 22 gennaio 2017

La città delle inquantodonne


Eccole, le diavole di Loudon, le anti-monache del culto del Dio del Mondialismo, queste grottesche caricature di ciò che dovrebbe essere il femminino, scatenate dal loro Maestro contro il principio del Padre, tornato ahimè di moda presso gli oppressi senza speranza. Vomitate a centinaia dalla metropolitana, ovvero dal sottosuolo - bella metafora - con il ridicolo prepuzio rosa di maglia che, assieme ai loro compari emasculati condotti al guinzaglio assieme ai lolro volpini altrettanto tinti di rosa, indossano giustamente in testa.
Circondarsi la faccia con un simulacro di sorca e "sentirsi violata", ma solo quando sono in giro i maschi della propria etnia, ormai innocui farinelli che gorgheggiano con voce bianca le stesse bestialità proferite delle loro padrone e dai Padroni di queste, non certo di fronte alla minaccia di ritrovarsi come vicino di casa l'Islam che lapida le donne vittime di stupro e considera legittimo utilizzarle come schiave sessuali e bastonarle senza pietà. 

Immonde streghe, cretine abissali senza cervello. Presepe vivente della misoginia. Avete trasformato in arma chimica l'emancipazione femminile, distillando nei vostri alambicchi il peggior femminismo psicopatico, per poi irrorarne il mondo intero. Non vi sarà permesso di avvelenarlo, il mondo.
Perché il mondo che vorreste, un unico grande matriarcato cannibale, sarebbe un inferno come quello dominato dai vostri amici precivili. Un mondo che una volta era solo la visione ultraminoritaria di una risicata tribù di lesbiche traumatizzate ma che ora, siccome il suo messaggio nichilista è utile all'agenda dei grandi distruttori, si pretende diventi la normalità. 



Devono essersi detti, i Distruttori: "Perchè non usiamo le donne, per sradicare la civiltà occidentale? In fondo basta dir loro che è stata fatta dagli uomini. Che la democrazia è stata voluta dagli uomini". "Eradicate gli uomini", afferma appunto questa megera. E perché, se nessun uomo gradirebbe avere a che fare con te nemmeno se constretto, tesoro?  



Non è stata la Marcia delle Donne ma delle Inquantodonne, perché nelle stesse ore miliardi di Donne NON hanno manifestato contro Trump (grazie Django) e il principio del Padre ma hanno ascoltato parole di possibile speranza riguardo alle loro vite. Vite senza lavoro, senza futuro, senza serenità, schiacciate dalla cappa del totalitarismo del "non c'è alternativa". Donne che in alcuni casi non sono mai state nemmeno baciate dai benefici del femminismo e che sono lontane anni luce dalle sacerdotesse di Hollywood che sono corse a berciare i loro versacci satanici contro quel povero Cristo dell'Uomo, impersonificato in quel frangente dal 45° presidente degli Stati Uniti.
Ascoltate l'attrice Ashley Judd proclamare con tracotanza "siamo qui per essere cattive!" recitando (da cagna qual è) il solito pistolotto premestruale della immancabile genia letteraria mancata del femminismo piagnone affetta da disforia di genere, il cui pezzo forte è stato: "Perché dobbiamo pagare le tasse sugli assorbenti, per qualcosa che non vogliamo?" (Le mestruazioni.) Ovvero, per celebrare l'eroina del satanismo femminista Marina Abramovich: "Ho scritto 'ti odio Trump' con il sangue mestruale".



Non certo povere, ma ricche imbecillesse. Non mancava proprio nessuna: la Madonna bocchinara, le sventolone in mise da proletaria e con il taglio corto lesbo ma domani già pronte ad indossare il lamé e il tacco dodici per il promo del nuovo profumo del quale sono esose testimonial. Le vecchie carampane del femminismo archeologico come Gloria Steinem (da tempo memorabile a libro paga CIA, come ha scritto nella sua biografia) che ha urlato: "Non bisogna più chiedere aiuto a papà". Forse in risposta allo slogan dell'esponente alt-right e gay non allineato Milo Yannopoulos, che in campagna elettorale aveva coniato per Donald Trump lo slogan "Daddy will save us". (Paparino ci salverà.) 

Ecco, ha ragione Gloria, bisogna ammazzarlo, papà. Non sia mai che corra in nostro aiuto, alla bisogna. E tu Ashley, I dare you, I double dare you, bitch, prova a recitare questa stronzata in qualunque piazza del mondo non occidentale, quello che vorresti sostituire al nostro, e vedi se riesci a riportare la pelle intatta a casa a Hollywood.

A proposito di cinema. Recuperate e guardate "La città delle donne" di Fellini. C'è tutto ciò che sta accadendo oggi ma in un film di trentasette anni fa. E' il film di un uomo.

venerdì 20 gennaio 2017

Yes we May


Oggi prendiamo atto che i britannici hanno una madre, gli americani un padre e noi italiani siamo orfani chiusi nelle gabbie di un riformatorio-lager e in mano a perfide matrigne per le quali siamo sempre ancora troppo grassi. 


Chi può si ascolti i discorsi di Theresa May sulla Brexit e quello di insediamento di Donald Trump in versione originale. Senza commenti da parte delle bagasce dei media, che oggi celebrano una giornata di lutto globale tra sbroccate, bruxismi, pensiero in forma unica di scoreggia a chiappa alzata e tanto, tanto sconcerto, di fronte all'allontanarsi del loro amato Saturno, che per troppo tempo abbiamo avuto contro. Di fronte ai lividi coniugi Obama, consapevoli che il loro periodo di cuccagna è finito e dovranno ritornare nell'Ombra dalla quale provengono, e ad un furioso Bill Clinton, il First Lord mancato, a fianco di una rincoglionita Hillary in preda al sedativo delle occasioni speciali, una grande folla ha acclamato Trump sotto l'acqua mentre quattro casseurs quattro a progetto, pagati da Soros (by the way, fuck you George Soros) e ben fronteggiati da poliziotti a cavallo (gli zoccoli fanno male) diventano per le suddette bagasce "l'America protesta contro Trump, vedete!"
Bugiardi. Non vi credono più nemmeno le vostre mammine. La vostra propaganda fa clic, clic, clic; avete pistole giocattolo e fuciletti a tappo da sguainare contro le cannonate dell'evidenza dei fatti che vi rivelano ogni giorno, implacabili, i miserabili cialtroni che siete. 


Oggi vi invidio molto, cari anglosassoni, perché negli ultimi giorni ci avete fatto riascoltare parole e concetti che avevamo dimenticato e che da noi stavano diventando proibiti. Grazie per aver riacceso Radio Londra.
Bom-bom-bom-bom.

"Siamo il paese più multiculturale d'Europa e l'immigrazione è una cosa positiva, ma quando i numeri diventano eccessivi, essa non è più utile agli interessi del paese". (Theresa May)
"Per troppo tempo un piccolo gruppo a Washington ha combattuto battaglie che non erano le vostre battaglie." (Donald Trump)
"Ristabiliremo il controllo sulle nostre leggi."   (T. May)
"Non importa quale partito governi ma che sia il popolo a governare, e oggi il popolo è di nuovo in grado di governare".(D. Trump)
"Pensano di bloccare la Brexit con altri mezzi, dopo che il popolo si è espresso in suo favore. Ma non possono farlo!" (T. May)
"I dimenticati di questo paese non saranno più dimenticati. Non sarete più ignorati." (D. Trump)
"Sei mesi fa il popolo britannico ha scelto il cambiamento, ha scelto di lasciare la UE e offrire un futuro migliore ai suoi figli, ed è dovere del governo fare in modo che ciò accada." (T. May)
"Il principio che ci guiderà è che ogni nazione del mondo ha diritto di anteporre il proprio interesse a quello degli altri".  (D. Trump)
"Il Regno Unito ha scelto di abbandonare la UE per abbracciare il mondo". (T. May)
"We will shine for everyone to follow" (Saremo il faro per coloro che seguiranno). (Donald Trump)
"Investiremo nelle infrastrutture del nostro paese."  (T. May)
"Uniremo il mondo civilizzato contro il radicalismo islamico, che eradicheremo completamente dalla faccia della terra."  (Donald Trump)

Una cosa che gli americani hanno gradito molto del discorso inaugurale del 45° presidente è che Donald Trump  abbia pronunciato solo 3 volte la parola "io", 24 volte la parola "voi" e 45 volte "noi". Sia lui che la May nel discorso sulla Brexit hanno dato l'impressione di puntare sul senso di appartenenza, di comunità. Di nazione, intesa appunto come espressione politica di tale comunità. Hanno annunciato nuove alleanze e soprattutto hanno acceso speranza per il futuro. Non hanno richiesto sacrifici ai loro popoli, non riforme lacrime e sangue in nome di oscuri Moloch ma hanno promesso loro non solo il lavoro ma la certezza del lavoro, la prosperità. Prosperità e sicurezza. 
Concetti e proclami che, agli internazionalisti della rivoluzione reazionaria permanente risultano incomprensibili e odiosi. E' stato bello oggi vedere costoro obbligati a sentire risuonare queste bestemmie nei loro templi della propaganda; costringerli a domandarsi in cuor loro, immagino, se la loro ora non sia per caso giunta davvero. Perché l'impressione, cari amici, è proprio questa. 

lunedì 16 gennaio 2017

Mi illumino d'incenso

courtesy Nature Human Behaviour


Ai tempi dei miei studi universitari si usava raccomandare a noi studenti, posti di fronte ad una diagnosi di disturbo mentale, di escluderne per prima cosa la causa organica. Ovvero, chi ha comportamenti strani - ci dicevano - è disinibito, grottescamente geloso della mogliettina di settant'anni, insomma sembrerebbe matto, potrebbe invece avere un tumore cerebrale che, poverino, gli ha leso il gulliver proprio in quel punto fatidico.

Da tempo ci si interroga sul perché sia così difficile ragionare con chi, talmente fermo nelle proprie opinioni, non sente ragioni nemmeno di fronte all'evidenza che le confuta. Problema che molti di noi riscontrano avendo a che fare con piddini, euristi, debunkers, compagni che perseverano nello sbaglio e fedeli d'amore di ogni sorta. 
Nature ha pubblicato l'anno scorso questa ennesima ricerca sulle basi neurologiche della piddinitas, studiate attraverso il brain imaging, ma non pensate che sia qualcosa di clamoroso ed innovativo. In realtà sono più di vent'anni che gli psicologi sperimentali sperano che un cervello infilato in una risonanza magnetica o in una PET - sulla quale ai miei tempi si arrapavano i miei prof - si accenda come un flipper rispondendo alla loro domande sul mistero della mente umana e magari si metta a suonare il motivetto come l'astronave madre di "Incontri ravvicinati" (non perdete il video).




Quando ho letto l'articolo, mi scuserete, ho pensato: "Eccheppalle, ancora?"
Pallosi lo sono tutti gli articoli scientifici, purtroppo, a causa del fatto che non offrono certezze ma solo probabilità, altrimenti non sarebbero articoli scientifici. Non ci troverete mai il nome dell'assassino ma solo la probabilità che sia stato il maggiordomo piuttosto che la badante ventenne sposata al vecchio in articulo mortis, calcolata secondo i crismi del metodo scientifico e sempre esposta al rischio della successiva confutazione.
In questo caso specifico, i ricercatori hanno provato a scalfire le certezze di alcuni "liberals" (alias piddini di espressione statunitense) ponendo loro domande di conferma o smentita delle loro convinzioni. I risultati li sapevamo già ma non roviniamo la festa ai colleghi e diciamo loro "bravi" lo stesso. Secondo la ricerca, i liberals non sopportano che vengano messe in discussione le loro certezze, come quella di essere dalla parte giusta della storia, e il loro cervello si illumina di incenso quando li si pone di fronte alla fragilità da millefoglie delle loro credenze o l'irrealtà da foreste degli unicorni dei loro principi fondativi. In pratica, secondo la ricerca, si illuminano loro le regioni deputate alla difesa del proprio sé social(istica)mente strutturato e quelle che permettono la disconnessione con la realtà. Insomma il loro cervello entra in modalità di protezione "bla bla bla bla!!"

La cosa interessante è che, a quanto pare, il flipper si accende nelle regioni deputate a tutta quella serie di comportamenti che la psicanalisi chiama "resistenze" e meccanismi di difesa, che sarebbero reali - ma lo sapevamo - e che avrebbero quindi una base neurologica, per gli amanti della concretezza wetware. Inoltre, il liberal posto di fronte alla realtà non solo nega ma sembra utilizzare maggiormente le regioni più "emotive" del cervello. 
Qui c'è una forte contraddizione però, perché il cervello rettiliano - ovvero amigdala e insula - è quello preposto, si, alle emozioni di base, incluso l'ammmore e la pucciosità verso il prossimo, ma anche all'interpretazione della minaccia e della valutazione della reazione di fuga che può comprendere la lotta. Insomma è la parte del cervello dalla quale proviene il messaggio: "Scappa, che è meglio", che ti fa giudicare l'affidabilità delle persone e che assomiglia di più a quello animale che permette di attuare i comportamenti di sopravvivenza. L'amore, si, ma anche l'odio. O meglio il contrario dell'amore cieco. E, diciamolo, la reazione maschia alla durezza del vivere.
I liberals usano dunque le emozioni, si, ma come le donne, fidandosi troppo del proprio cuore a scapito dell'istinto e sembrano essersi interamente votati ultimamente al "fate l'amore, non fate la guerra" di un'eterna summer of love. 
Sarà per questo che non percepiscono il pericolo rappresentato da orde di maschi da sbarco in età militare e li vedono come "minori non accompagnati" per i quali si sciolgono di tenerezza come gelati in agosto?

Diciamo che, su tali individui, il frame della propaganda emotiva e buonista, nonchè emasculante da iperestrogenismo secondario da contatto con la femmina castrante, ha gioco facile perché sfrutta una debolezza intrinseca, una pericolosa alterazione della capacità immediata di giudizio accompagnata dalla carenza di risposta adeguata, provocata da uno spesso strato di costrutto cognitivo sclerotizzato guidato da emozioni forzatamente positive autoimposte che impedisce la normale reazione di fuga di fronte al pericolo. Una cosa che assomiglia tanto allo stato mentale dell'innamoramento adolescenziale.

Visto che, come scrivono gli autori della ricerca, pazienti con lesioni dell'amigdala mostrano una tendenza a fidarsi in maniera anomala degli estranei e perdono la capacità di riconoscere l'inganno, si potrebbe ipotizzare per la reattività di questi soggetti un'alterazione funzionale della regione sulla quale, a questo punto, oserei indagare anche dal punto di vista dei fattori ormonali. Fattori questi facilmente modulabili da interferenze ambientali e non solo culturali e costantemente sottovalutati.
Interessante comunque il fatto che, come dice Marcello Foa, "se la cornice è spessa il cervello rimuove tutto ciò che non rientra nel quadro. (cit.)" confermando quindi il ruolo delle resistenze e quello protettivo, consolatorio, appagante, "materno", del rinchiudersi al suo interno.

Ci si potrebbe chiedere, a questo punto, se la sclerosi della cornice, favorita da una forma di predisposizione ma sicuramente formatasi e consolidatasi nel tempo grazie a diversi fattori culturali e fisiologici, sia un processo reversibile. 
Mi sento, in quanto case study vivente, di confermare questa possibilità. Insomma, dalla piddinitas si può guarire e io lo dimostro.  Non so se sia stata la frullata ricevuta a causa di una infezione subita vent'anni fa o l'intenso lavoro psicoanalitico svolto per anni per risolvere alcune questioni personali. Lavoro che mi ha infine permesso di prendere coscienza dell'esistenza del male nei posti più inaspettati, della possibilità del tradimento da parte delle persone che non dovrebbero mai tradirti e della assoluta necessità di impegnarsi per superare i traumi vincendo la paura del cambiamento. Lavoro che consisteva essenzialmente nella rimozione di strati di concrezioni resistenziali e della distruzione di un negozio intero di cornici.

La strada per Damasco è tortuosa e terribile ma la guarigione comporta una sorta di illuminazione che non potrà mai essere evidenziata da alcuna macchina infernale ma solo sentita come una grande, vibrante liberazione che, in un barlume di umanità, mi sento di augurare di raggiungere a questi poveri infelici.

giovedì 12 gennaio 2017

Ecole Ab-Normale


Mi scuserà la filosofa Origgi dell'Ecole Normale Supérieure, d'ora in poi Ab-Normale, ma tutto ciò che seguirà se lo sarà cercato e ciò che ha scritto su Donald Trump sarà usato contro di lei. 
Mi riferisco a questo suo articolo stizzoso e d'ordinanza:

Donald Trump, fenomenologia di un americano medio rincretinito



Personalmente la qualifica di intellettuale mi fa orrore, preferendo quella antica di sapiente, ma essendo che ella ha invitato "sociologi, politologi, esperti di media, filosofi, psicanalisti, studiosi di retorica, spin doctor e altri intellettuali di vario genere a concentrarsi sulla questione"come uno squalo che percepisce una particella di sangue a un chilometro di distanza, mi sento chiamata in causa per una controanalisi.

Ab-Normale ha ascoltato "impietrita ed affascinata" la prima conferenza stampa di Trump dopo l'elezione e ne ha dedotto che è "un americano medio rincretinito" e che "non sa parlare".
Domanda. Ma Ab-normale, per giungere a questa importante scoperta scientifica ha ascoltato solo un discorso tra gli innumerevoli tenuti da Trump nell'ultimo anno? Giusto quello che le ha permesso di scrivere il compitino? Perché se è così noi scienziati lo considereremmo un campione non significativo. Se è questo il metodo, tremo all'idea di come sarà stata partorita dall'autrice e dal suo coautore la formula dell'italianità, che pretende di spiegare agli italiani quanto essi siano cialtroni, naturalmente nell'ottica del sano autorazzismo che sappiamo quanto sia fortemente incoraggiato tra i cosiddetti intellettuali, soprattutto quelli espatriati la cui mancanza non è sentita dal ministro Poletti.

Non per vantarmi, ma per farmi un'idea di colui che si apprestava a vincere a valanga le elezioni presidenziali USA (non occorreva essere indovini per capirlo, in ottobre, bastava calarsi nell'atmosfera entusiastica dei rallies di Trump e confrontarli con quella imbarazzante da sedie vuote di Hillary) mi sono ascoltata tutti gli ultimi discorsi della campagna del Donald, regolarmente trasmessi in diretta ogni sera su Youtube, non a caso medium snobbato da Ab-Normale in quanto troppo plebeo: "Trump parla come un americano medio rincretinito davanti alla tivù o a YouTube."

"Trump non sa parlare". Non che tartagli o incespichi o la tiri lunga e faccia addormentare ma perché usa parole semplici come "great, awsome, beautiful".

Ma Ab-normale, se ha un blog trilingue, oltre che trinariciuto, dovrebbe sapere che la lingua inglese parlata nelle colonie è caratterizzata vieppiù da un'estrema semplicità, sintesi ed immediatezza, che la maggior parte dei concetti nella lingua parlata vengono espressi con le forme get off, get on, take in, take out, go on, invece che con colte e sofisticate forme verbali. Ovvero gli americani non si esprimono con le raffinatezze di un Joyce o di un Tolkien - come neppure i sudditi di Sua Maestà, per altro - ma con la loro lingua talmente sintetica da essere più veloce delle loro pistole. Sarà grettezza, ricorderà un po' il romanesco del "aho, vie' qua, abbello, acornutoo!" rispetto al dolce stil novo, ma è per questo motivo che si fa prima ad inviare un SMS in inglese piuttosto che in italiano.

Ab-normale ha evocato gli spin doctor e qui, se non sbaglio, occorrerebbe ricordarle che il parlare chiaro e semplice, per un politico che non vive più ai tempi delle convergenze parallele, è considerato un pregio, non un difetto, ai sensi della comunicazione elettorale. Non a caso è il popolaccio che si esprime in democrazia con il voto, non la casta degli intellettuali e delle groupies vedove di Umberto Eco. Il popolaccio che scoreggia, rutta, guarda la tv e Youtube e non sa come sbarcare il lunario perché le fabbriche della sua città hanno chiuso tutte e la casa, offerta quasi in regalo dai criminali della finanza pochi anni fa, ora ti viene portata via dalla banca perché se perdi il lavoro perdi tutto. 
Il voto appartiene al popolo e quella classe media che per gli intellettuali khmer rouge a vita meritano solo di essere sterminati, magari grazie a feroci politiche economiche volute dalla peggiore aristocrazia reazionaria e che loro mettono in pratica da bravi e volonterosi carnefici.
E' a questo elettore calpesto e deriso che puntava il più fortunato slogan politico degli ultimi anni: "MAGA", "Make America Great Again", una fenomenale titillata alla più sensibile zona erogena dell'americano, il patriottismo, ma soprattutto l'invito ad avere speranza in un cambiamento, ad un ritorno della speranza. Il ritorno al mondo che avevamo e che non è vero che non tornerà più, perchè la storia non è finita ma continua e continuerà senza coloro che ne hanno strumentalmente proclamato la fine. 

Non possiamo sapere se Trump farà, vuol fare - o riuscirà a fare - veramente tutto ciò che ha promesso al suo elettorato ma sappiamo che dietro di lui ci sono molto probabilmente forze che si sono rese conto - per fortuna anche nostra - che così non si poteva più andare avanti. Che la strada intrapresa dal mondo negli ultimi quindici anni non poteva che portare alla sua distruzione. 
Lo testimoniano fino all'ultimo i patetici e scellerati movimenti di carri armati in prossimità del confine russo del teppista Obama a dieci giorni dalla sua uscita dalla Casa Bianca.  Queste forze stanche di guerra, stanche di mondialisti infiltrati ovunque e pronti a tutto, a mentire, a fabbricare intere teorie fondate sulla menzogna, financo ad uccidere i propri connazionali, ad umiliare l'esercito, a sovvertire l'ordine nazionale e internazionale, hanno scelto Trump come testimonial e lui si è rivelato efficace esecutore del compito assegnatogli. Uomo di spettacolo, sicuramente, ma niente affatto stupido come gli intellettualoids vorrebbero farci credere.
Intellettualoids che infatti stravedono per "il linguaggio alto di Obama". Niente, non si rassegnano alla dipartita del ragazzo immagine dei neocon che, chissà perché, qualcuno ha soprannominato Drone-man.

E' la partigianeria del vecchio corso che non si è ancora accorto di essere finito, kaputt, che fa schiumare rabbia a quelli come Ab-normale, secondo la quale la presidenza Trump "evocherebbe il nazismo". La storia del "he's literally Hitler" che ce li ha francamente spappolati.
Una fallacia, oltretutto, visto che Ab-Normale non ha ancora visto un giorno di presidenza Trump, a meno che non possieda una DeLorean in grado di viaggiare nel futuro. Ella parla solo per partito preso, per slogan preconfezionati, per bocca di quella monocultura mondialista sonoramente trombata nella persona di Hillary Clinton ed il cui declino è stato suggellato dal fallimento del doppio mandato Obama, che nessuno rimpiangerà tranne qualche patetica Norma Desmond del cinema. Con la sua reductio ad mikebongiornum di Trump, buona giusto per la nostra stampa decadente, Ab-normale dà l'impressione di non aver approfondito il fenomeno dal punto di vista politico, di non aver indagato le vere ragioni sottostanti la nascita del "movimento" di Trump e chi vi sia dietro a livello "colto".
Forse, più che divinare un futuro distopico che è già qui da anni, sarebbe più interessante studiare perché, storicamente, dopo le Weimar e le Unidad Popular arrivano i nazismi e i Pinochet. Aiuterebbe a non ripeterne gli errori.



domenica 1 gennaio 2017

Buon 17, anno nuovamente rivoluzionario


Non sentite anche voi un certo odorino di centenario? Di imminente rivoluzione e rovesciamento dei rapporti di forza e della fine di tutta questa fottutissima negatività calata sul mondo come un tetro incantesimo scagliato da un mago potentissimo e incarognito? Di un diciassette che, contro tutte le nomee di sfortuna, porterà bene?
Perché l'anno appena schiattato non è stato totalmente malvagio, anche se ormai lo fanno passare solo per l'anno nero, l'annus horribilis (come direbbe Betty) delle star del circo dello spettacolo che la casualità ha voluto lasciassero una quarantina di cadaveri in pegno, in gran parte dovuti a scadenza di vite vissute assai spericolatamente ed anime vendute al demone del successo. Nessun cinismo o moralismo, semplice constatazione che, in barba al pensiero magico che vorrebbe i semidei simili agli dei in quanto ad immortalità, in fondo noi umani siamo quasi sempre artefici del nostro destino. 


Il sedici è stato positivo - dopotutto nella Smorfia rappresenta il culo - perché ci ha portato la Brexit e Trump contro ogni aspettativa e programma del Male che ci governa ma, soprattutto, ha messo le basi per la cacciata, proprio in questo diciasette,  di altri simpatici europoidi come Hollande e Merkel, attraverso un grande risveglio della volontà popolare, della voglia di determinare il corso della politica attraverso la consultazione elettorale, segno inequivocabile di riscoperta del valore della democrazia. Non dimentichiamo che, nonostante il governucolo in copia carbone del conte di Filottrano, anche Renzi, grazie al referendum che ha visto il quasi plebiscito del NO, per ora è finito lontano dai nostri occhi e, conseguentemente, dai nostri cuori.
Un triplete niente male, insomma. Per questo i burattinai schiumano di rabbia contro i popoli che osano rovinare i loro piani e strologano su come arginare il mare dell'informazione continuando a delegarla solo ai loro ignobili servi del mainstream, che nessuno più ascolta e che sono ormai percepiti come i lacché della situazione, se vi ricordate la fine che fecero i lacché. Purtroppo per loro, il bambino che gridava "l'imperatore è nudo" si è oramai replicato su milioni di ripetitori; le nudità o menzogne ufficiali vengono scrinsciottate e salvate su milioni di memorie che sono incontrollabili a meno di chiudere totalmente Internet ammettendo di essere una sporca dittatura oscurantista come la Cina, cosa che però impedirebbe agli adorati ospiti africani di navigare a sbafo 24h24.

Direte, ma al pupo diciassette non era stato nemmeno reciso il cordone ombelicale che già si verificava l'ennesima strage sanguinosa. Erdogan, che è nu fetiente ma non è scemo, sta cercando disperatamente da tempo di riposizionarsi nel nuovo corso in arrivo e per questo è stato prima punito con un mezzo golpe e poi con la freschissima strage di Capodanno nel night-club perpetrata, hanno affabulato, dal killer vestito da Babbo Natale. Non c'è niente da fare, la narrazione Oswald è più forte di loro. Non ci rinunciano nemmeno se le prime testimonianze sono come sempre quelle che contano e affermano che, oltre a Babbo Natale, sparavano anche le renne, e dando l'impressione di non aver fatto altro nella vita. E, ricordate, pochi giorni fa c'era stato quello strano man in black che aveva fatto secco l'ambasciatore russo ad Ankara.


Le ultime - speriamo - zampate del Grinch, ormai finito a comportarsi come il peggior gangsta di strada di Chicago e deciso a lasciare la Casa Bianca non prima di aver tagliato i materassi, cacato sui tappeti, frantumato tutti i vetri a sprangate e dato fuoco alla limousine presidenziale. Ma perché gettare al vento così decenni di antirazzismo, perché? Il peggior presidente della storia americana ci lascia con la consapevolezza che la comunità nera non si meritava davvero un primo presidente inquantonero del genere, che termina il suo doppio mandato trasformandosi nel presidente nero disegnato da uno del KKK.
Non se lo meritava e difatti stavolta non ha votato Hillary & the Dems, la serial mom dell'entità sovranazionale che ha superato in nequizia il vecchio complesso militare industriale di Eisenhower. Ha votato Trump e i vecchi attivisti delle Pantere Nere, quelli che si fecero la galera negli anni '60, mica i dottorini meticci con il complesso della mamma bianca di oggi, non si fanno fregare dagli inganni della propaganda di chi vorrebbe lo scontro razziale permanente in America e nel mondo. Oh, quanto bene li conoscono i loro polli!


"E' ovvio che il mainstream e la CIA ecc. stiano ancora cercando di destabilizzare il popolo americano e il presidente eletto Trump. SIATE VIGILI!"

Coraggio, mancano venti giorni e poi si ricomincerà a fare politica internazionale sul serio anche allo scoperto, smammato il teppista che, in meno di una quindicina di giorni è riuscito a far quasi rompere le relazioni degli Stati Uniti con l'alleato più importante nel M.O. Israele, con quello  strategico nel Mediterraneo, la Turchia e a provocare pericolosamente l'avversario di sempre, la Russia.
Per fortuna Putin, inviando il suo machittesencula di fine anno al rabbioso inquantonero, ha detto che preferisce attendere di poter parlare con Trump, finalmente tra adulti e di cose serie.

Ieri sera in Europa è stata anche la serata tradizionale delle menzogne presidenziali a reti unificate. Tra le certezze del diciassette, sulla quale potete iniziare a giubilare, vi sarà la cacciata del poraccio Hollande, mentre su quella della Merkel vi sono buone speranze.
Guardate lo sguardo di questa pazza, della stessa che l'anno scorso, sempre vestita con la stagnola dei cioccolatini ma allora di rosso come la vergogna, si faceva sottotitolare in arabo il suo inno alla gioia dell'invasione mentre la feccia nordafricana, sempre pronta all'occasione a fare da goumier, stuprava le sue connazionali a Colonia.
Quest'anno ha affermato, da vera "Madre (Ma Con Quale) Coraggio" che  "combatteremo il terrorismo con la compassione". Ci vogliono più migranti, ovvero il grande ritorno del "noi tireremo diritto", tipico di tutte le dittature morenti.

Quello che non vi ha detto, limitandosi alla ripetizione dell'imperativo categorico dei leader europoidi suoi pari, il famoso "sparecchiate" a popoli europei sempre più stanchi di "diversità" imposta e coabitazione forzata con estranei che induce un inevitabile e reciproco razzismo, è che la Germania sta rimpatriando a forza molti dei migranti fatti arrivare in un primo momento con l'idea di inserirli nell'ingranaggio dello sfruttamento industriale e poi risultati inidonei e per giunta molesti. Al Jazeera sostiene in questo articolo che siano stati 12.000 i soli afghani deportati, alcuni dei quali prelevati a casa di notte e portati via in manette. Altri migranti  se ne stanno andando di loro volontà. 55.000 l'anno scorso. Quindi con una faccia la Merkel recita la parte della compassionevole mammona dei profughi e con l'altra tenta di pararsi il culo dalle ire dei connazionali che potrebbero volerla punire alle prossime elezioni cacciando gli stessi "profughi".
Compassione merkeliana che, naturalmente, non è destinata ai greci, come non si stanca di ripetere il suo ministro che non possiamo insultare perché sarebbe oltraggio ai diversamente abili. Non è curioso che i tedeschi, che riescono a reprimere la pulsione genocidaria con tutti i popoli e popolacci del mondo non riescano a non ridiventare, nei confronti del popolo greco, i cari vecchi terminator nazisti di una volta?
Che, tra parentesi, siamo stanchi da morire anche delle loro intemperanze, possiamo dirlo?

Se gli inquantoneri piangono, quindi, le inquantodonne non ridono. Le inquantocuoche di Lenin, seppure laureate in fisica, è ora che vengano rispedite in cucina, che levino inoltre le loro menopausiche caldane dalle poltrone dei ministeri della difesa, lasciando il campo a chi la pace l'ha fatta per secoli attraverso la guerra combattuta personalmente lasciandoci gambe, braccia e la vita stessa, ovvero gli uomini. E' tempo che, anche per le donne in politica, si cominci a premiare solo il merito e la competenza e non l'inquantodonnismo di per sé che viene monopolizzato da queste streghe travestite da agnelle che utilizzano gli ultimi estrogeni in canna per irrorare il mondo del loro mammismo fasullo. Uno dei gas più venefici mai ideato da utilizzare come arma chimica, il buonismo che secca all'istante gli attributi e ci rende passive vittime sacrificali.

Come spiraglio di ottimismo per l'anno che viene, sembra che le manovre tedesche  di respingimento al mittente del pacco migranti confezionato dai vari Soros stiano convincendo anche il governo del signor conte che, con un clamoroso contrordine compagni affidato al poliziotto cattivo Minniti, annuncia che "aumenteranno i respingimenti e i rimpatri e riapriranno i CIE".
Magari iniziare anche ad impedire alle navi delle ONG di traghettare clandestini a migliaia sarebbe un ottimo inizio. Ci si arriverà, è inevitabile. Ci arriveranno quando sentiranno il fiato degli inseguitori sul collo.
Si, decisamente, aperto il pacco migranti, una gran delusione. La merce non era mica come sul catalogo. Càpita, quando si comprano schiavi a scatola chiusa.

Ieri sera il mio televisore è rimasto volutamente spento. Un assaggio di ciò che mi sono persa vi farà capire il perché.


Ci scusiamo per l'interruzione. In sostituzione, vogliate gradire Vittorio Sgarbi.



Per conto mio, auguro buon anno ai sinceri ad oltranza, a chi non ha paura di vedere e dire la verità. A chi ha il coraggio di quella bestemmia che perfino Dio approverebbe.
A chi sa che non può esserci misericordia senza giustizia. A chi riesce a riconoscere il male trasvestito da bene, a chi non si fa incantare dalle sirene. A chi ragiona con la propria testa ed ha il coraggio di essere folle tra i sani e sano tra i folli. A chi è disposto a non credere a tutto ciò che legge e a non condividere tutto ciò che scrive chi pure si condivide. Buon anno a chi è disposto a non rinunciare alla libertà, alla parola, alla democrazia, alla civiltà, al progresso raggiunto, al benessere conquistato a morsi e calci. A chi ha voglia di difendere ancora questo meraviglioso paese. Non sarà facile ma ce la faremo. Come sempre.

Buon anno di rinascita a chi se lo merita.

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