mercoledì 16 dicembre 2015

Si chiama deindustrializzazione. Welcome to Post America



Ci facciamo un giretto virtuale per i quartieri residenziali periferici di Detroit, ex capitale americana dell'industria automobilistica perché sede di General Motors, gemellata non a caso con Torino, per capire un bel po' di cose? Consideratelo un viaggio di studio, un Erasmus, e l'antipasto di ciò che è previsto anche per noi perché così vuole la deindustrializzazione, presupposto fondante di quel meraviglioso mondo postfeudale di cui parlavo nel post precedente. Il video serve anche a capire che l'America dei film sulla classe media, con le belle periferie residenziali con i giardini curati è probabilmente come il ricordo delle nostre città di quando eravamo piccoli. Ovvero qualcosa che non esiste più e che viene distrutto per una precisa volontà politica, non perché una divinità malvagia ha voluto punirci con le sette piaghe ordoliberiste. 

Detroit, MI ovviamente è solo un esempio ma significativo, con una quantità di assonanze con certe nostre realtà metropolitane e fenomeni che cominciano ad interessare anche piccoli centri urbani. E' una città che nel 2013 ha dichiarato fallimento, è governata dai democratici e nel giro di qualche decennio ha invertito il colore della maggioranza della propria popolazione, dal bianco al nero. Suona familiare, vero?
Quella che era la città di Henry Ford, capitalista maialone ma che riteneva che un operaio con una paga più alta avrebbe potuto acquistare una delle sue automobili,  è ora una città in mano alle gangs, impestata dal crimine, oppressa da una multiculturalità disfunzionale e che, per ora, in attesa di una fantomatica rinascita, fa cassa con le case da gioco che le forniscono il 30% della liquidità.

Se riuscite a capire tutto dai video, bene, non avete bisogno di andare a scuola di inglese, e poi c'è eventualmente anche quest'altro video di sole immagini. Per facilitarvi ulteriormente l'esperienza vi elencherò qui sotto i dati riportati nel primo video.

Buona visione e buona fortuna.




Detroit, MI in cifre

  • Nel 2013, il 40% dell'illuminazione stradale di Detroit era fuori uso.
  • La città che una volta contava 2 milioni di abitanti ora ne conta meno di 700.000.
  • La città, una volta a maggioranza bianca, ora è all'83% abitata da neri.
  • Dal 1950 la sua popolazione è scesa del 63%.
  • 91.204 famiglie (su un totale di 264.209) sopravvivono grazie ai buoni pasto.
  • Nel 2013 è stata protagonista del più grande fallimento di una città nella storia americana con un   debito di 85,5 miliardi di dollari nei confronti di più di 100.000 creditori.
  • Nel 1960 deteneva il primato del più alto reddito pro capite degli Stati Uniti.
  • Nel 1950 offriva 296.000 posti di lavoro nel manifatturiero. Nel 2013 erano scesi a meno di 27.000.
  • Nel 2011 il tasso di omicidi per legittima difesa è aumentato del 79% ed è del 2.200% superiore alla media nazionale.
  • Dieci anni fa vi erano 4000 poliziotti, ora sono meno di 2700, con un centinaio in predicato di perdere il posto di lavoro a causa dei tagli al bilancio cittadino. 
  • Le forze di polizia sono state ridotte del 40% negli ultimi dieci anni.
  • Il tempo medio di risposta della polizia ad una chiamata è di 58 minuti. La media nazionale è di 11   minuti.
  • Il tasso di criminalità violenta è cinque volte il dato nazionale.
  • Il tasso di omicidi è 11 volte quello di New York.
  • Più del 90% dei crimini rimane irrisolto.
  • Circa un terzo dei 370 chilometri quadrati di Detroit è abbandonato o fatiscente.
  • Per le strade della città si aggirano almeno 50.000 cani randagi.
  • Nel 2013 funzionavano solo un terzo delle ambulanze disponibili.
  • Solo il 25% degli over 25 possiede un titolo di studio corrispondente alla laurea o superiore.
  • Incassando 11 milioni di dollari al mese, le case da gioco forniscono il 30% del denaro circolante.
  • In occasione di eventi in città la polizia ha stampato volantini con scritto, letteralmente "ENTRATE A DETROIT A VOSTRO RISCHIO E PERICOLO."
  • A Detroit vi sono più di 78.000 edifici abbandonati.
  • Il prezzo medio di una casa è di 9000 dollari, con molte che non arrivano a 100.
  • Nel 2012 la forza lavoro era il 49,8%, la più bassa percentuale tra le grandi città americane.
  • La ristrutturazione del sistema scolastico costerebbe allo stato del Michigan 715 milioni di dollari.
  • Forbes ha proclamato Detroit "città più pericolosa d'America" per cinque anni di seguito.
  • Dal 2008 due terzi dei parchi pubblici sono stati chiusi per sempre.
  • All'epoca della bancarotta, il tasso di disoccupazione cittadino era al 18.6%, il doppio della media   nazionale.
  • L'80% dei bambini cresce senza un padre.
  • Il 47% della popolazione è funzionalmente analfabeta.
  • Nel 2013 è stata dichiarata da Forbes "Città più miserabile".



Spiritosi.

9 commenti:

  1. Anonimo16:51

    Se la maggioranza della popolazione di Detroit fosse composta da giapponesi, ci sarebbe la stessa criminalità o sarebbe a livello giapponese?
    Se gli USA invece che globalizzati, avessero ancora le barriere doganali, Detroit sarebbe deindustrializzata?
    Se gli USA avessero bloccato l'immigrazione decenni fa, oggi ci sarebbe disoccupazione ed i salari sarebbero più bassi o più alti?
    Mike

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  2. Anonimo18:55

    Deindustrializzazione e deurbanizzazione. Ma non vale per tutti. In Cina le citta' sono spuntate come funghi. Produzione e trasformazione di beni: sono le vecchie regole che valgono ancora oggi. Ovviamente, salta agli occhi che la questione razziale non e' solo una variabile, ma una costante quando ci si trova di fronte allo smantellamento di una civilta'. Nel migliore dei casi, la sostituzione etnica e' un potentissimo acceleratore; nel peggiore ne e' la causa stessa. Bisogna convincersi che questa gente ha un progetto per il mondo a venire. E non si fermera' da sola.Del resto, anche noi siamo a buon punto...

    G.Stallman

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  3. GM ha il quartier generale a Detroit, giusto, ma non ha niente a che fare con Torino o con Fiat. Per fortuna Marchionne se li ha tolti di dosso incassando in più 1.55 mrd. Il Management di Fiat, allora pieno di defficienti nel anno 2000 iniziò una cooperazione con GM con il fine die cedere completamente Fiat a GM, per fortuna GM rinunciò è per questo pagò 1.55 mrd. di multa a Fiat. Nel anno 2000 Marchionne non operava ancora in Italia se non mi sbaglio. Se Fiat sarebbe stata ceduta a GM oggi non ci sarebbe nessuna Fiat, Alfa Romeo, Maserati è Ferrari sotto controllo italiano. GM non avrebbe mai investito in Italia 5 mrd. come sta facendo attualmente FCA, somma che è destinanta probabilmente a salire ancora.

    Poi venne il 2009 è Chrysler fu aquistata a sua volta da Fiat. Operazione che suscitò non poco risate dai concorrenti di Fiat. Chrysler era una carcassa, distrutta è svuotata da Daimler Benz che non voleva nessuno, nemmeno gratis. Oggi i collegi di Marchionne non ridono più ed è un personaggio molto rispettato nel settore, specialmente dai crucchi. :-))
    Oggi è VW che ha poco da ridere.

    Chrysler ha il suo guartier generale americano a Auburn Hills un pò fuori dalla merda di Detroit.

    Detroit fù pienamente colpita dalla crisi Subprime.

    Detroit è la città adatta per i decrescisti felici italiani o anche per anarchici libertari o liberisti di tutto il mondo, specialmente per i fanatici di Ron Paul.



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  4. Chi avrebbe mai potuto dire che dei B-Movie degli anni '80 (Robocop 1&2), avessero potuto prevedere con straordinaria accuratezza il futuro di questa città: polizia inefficiente (e addirittura privatizzata, ma fate lavorare ancora "ESSI" e vedrete che avremo anche quello), comune fallito (e rilevato da un'azienda privata, ma anche per quello valga il motto "fateli lavorare"), degrado e criminalità dilagante.... wow!

    Se tra 10/15 anni (forse meno?) vedessi la periferia di Roma in quello stesso stato, comunque, non mi sorprenderei. Anche in questo caso, del resto, ci sono dei "democratici" che ci stanno lavorando alacremente sù.....

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    1. Addendum: L'accostamento è stati già fatto dai nostri "europeisti".

      http://www.europaquotidiano.it/2014/02/28/modello-detroit-per-roma-la-bancarotta-non-e-necessariamente-una-sciagura/

      Quindi siamo a cavallo.

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    2. Hanno lavorato anche dei "repubblicani" a tutto questo: a Roma come in Italia. Non dimentichiamolo grazie.
      E.

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  5. Anonimo23:37

    Per alcuni versi detroit È Torino: una città imputridita attorno al suo cuore industriale morto. Mai fatto un giro nella periferia di Torino? Una volta ogni tre passi c'era una "boita" (trad. it: piccola officina); ne restano tutti gli scheletri, inutilizzati e in rovina. Se vi limitate a piazza Castello e Superga, vedete degli edifici molto belli che vorrebbero essere turismo e cultura (anche a Detroit ci sono bei musei), ma non riuscite a capire cosa è diventata Torino...

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  6. Anonimo23:39

    ho dimenticato la firma: Maria

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  7. Tutto questo per dire....? Che, senza l'uomo bianco a dirigerli, i negri commettono reati? Che sono mediamente più sutpidi dei bianchi? Quindi a Scampia, Zen, Tor Bella Monaca tutti gli abitanti sarebbero negri albini?

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