mercoledì 24 settembre 2014

Giving pearls to PIIGS



Quiz di riscaldamento. A chi appartiene questa citazione? La soluzione a fondo pagina.

"La Germania andrà su tutte le furie per via della necessità di far crescere l'inflazione", mentre i paesi più poveri finiranno inevitabilmente per non essere più competitivi e dovranno perciò essere salvati".


Ieri sera, mentre vi facevate male con i talk show dei servi de LaSetta dedita all'adorazione dei cuccioli di massoni reazionari, io mi ascoltavo Stiglitz alla Camera. In originale, perché delle traduzioni non bisogna fidarsi se si ha la fortuna di essere multilingue. 
Premesso che Joseph Stiglitz è un Premio Nobel per l'economia, quindi tecnicamente colui che ha usurpato Brunetta del suo titolo, l'occasione era una lectio magistralis da egli tenuta alla Camera dei Deputati di fronte a colleghi del calibro di, due nomi a caso tra i più prestigiosi, Boccia e Fassina.

Che ha detto Stiglitz? Un sacco di cose riassumibili in un unico concetto: l'euro è stato un progetto politico divisivo pensato per assoggettarvi e se non fuggite, sciocchi, ci rimetterete le ultime setole del codino. Forse la Germania andava nominata con tutti i dati sensibili ma, chi ha voluto intendere, ha inteso.
Stiglitz ha definito la condizione attuale di paesi come la Grecia e la Spagna con il termine forte ma assolutamente appropriato di DEPRESSIONE. 
Ci ha ricordato, tra i fumi dell'oppio eurista che ottundeva i neuroni della platea, che a causa della struttura colpevolmente difettosa dell'eurozona, abbiamo PERSO UN DECENNIO [e forse addirittura un ventennio se guardiamo a dove eravamo prima dell'entrata nella moneta unica] e che, se non facciamo qualcosa, perderemo almeno altri cinque anni. 
Ha dipinto un pupazzetto con il pennarellone sul loden di Monti quando ha definito le politiche di austerità applicate nei paesi in maggiore difficoltà come peggiorative della crisi della domanda aggregata, aggiungendo che era ampiamente previsto che lo sarebbero state. Motivo sufficiente per invitare ad un seppuku collettivo i Bocconari, che però si giustificherebbero, perfino con la katana corta del duodeno e prima di schiattare, con il "ci vuole più Europa". 
L'ho amato quando ha detto che le RIFORME non sono necessariamente qualcosa di positivo ma possono anche peggiorare le cose. Una cosa che è ovvia ma che, detta di fronte ai piddini, può avere un impatto rivoluzionario devastante.

Certo fa anche un po' rabbia, Joe, con quell'aria  "I knew these fucking idiots would have ended up like this" di americano che viene a spalmarci in faccia con la cazzuola e sorridendo l'atroce verità che loro sono un'OCA, descrivendo in dettaglio e quasi con sadismo tutti i vantaggi dell'esserlo, e noi, il Quarto Reich, no. 
Se la California o qualunque altro stato è in difficoltà, esistono leggi federali che applicano ammortizzatori sociali e trasferimenti di fondi. La FED interviene per finanziare investimenti statali. 
Da noi [in Ammerega], infierisce Joe, è più importante il livello di DISOCCUPAZIONE rispetto alla preoccupazione per l'INFLAZIONE. Beccati questo, crucca.

Dove il Premio Nobel mi ha deluso, ma non poteva essere altrimenti, è stato sulla soluzione che ha suggerito per uscire dall'impasse. Non ha nominato l'uscita dall'euro, no, mi dispiace. Concetto troppo letale. Capisco che l'aula avrebbe potuto trasformarsi nel Teatro Dubrovka. 
Nonostante la critica impietosa all'eurozona, è stato un po' troppo ambiguo. Secondo lui bisognerebbe modificare radicalmente l'impianto dell'eurozona con l'emissione degli eurobond, con una maggiore unione bancaria. Grazie al...
Sono ricette che non funzionano perchè la Germania non può rinunciare al vantaggio acquisito a spese dei suoi concorrenti. E JOE LO SA BENISSIMO. Quindi, perché suggerirci una soluzione che è inapplicabile? Si apra il dibattito.

Vi risparmio il tenore degli interventi che sono seguiti alla lectio, come quello di Boccia. Dopo un'ora di Stiglitz che lamentava l'inadeguatezza del GDP (PIL) a comprendere tutte le variabili in gioco nella definizione del benessere o malessere di un'economia - secondo lui, ad esempio, l'INCERTEZZA attuale da crisi influisce pesantemente sul GDP ma non viene contemplata a sufficienza -  lo sventurato rispose: "Eh, ma noi abbiamo il GDP che abbiamo". 

Giving pearls to pigs who don't understand a fuck.

E poi ci sarebbe Fassina...

Ho cercato sui giornali online di stamattina qualche resoconto della venuta in Italia di Stiglitz e sulla diagnosi infausta da lui posta comunque, ambiguità a parte, sull'Eurozona. L'unica citazione riportata è quella del nostro che avrebbe detto che "Renzi sta facendo bene ma ha le mani legate"
Non è stato durante la lectio magistralis ma pare ad un precedente convegno alla Banca d'Italia. Mi aiutate a trovare l'audio originale, se esiste? Mi scuserete se, oltre a non credere ai pur bravi traduttori simultanei non credo neppure ai giornalisti embedded, nel senso che vanno a letto con il mainstream.

OMG, dimenticavo. Joe ha risposto, ad una domanda sul Bad TTIP, che sarebbe da coglioni per gli europei firmare un trattato del genere, che non è altro che la concessione in bianco alle multinazionali sociopatiche di distruggere ambiente ed esseri umani per profitto. Ha citato a proposito l'esempio della Philip Morris, che ha portato in giudizio la Norvegia a causa della legge che limitava la pubblicità del tabacco, definendola una limitazione dei propri diritti. (La legge americana riconosce alle corporation diritti "civili".)
Joe stei seren. Noi approviamo il TTIP, poi indiciamo un referendum per abolirlo, ciò che resta dei giornali di sinistra potrà frignare come sta facendo sul Fiscal Compact e tutta la sinistra ci farà come sempre le sua porca figura.

P.S. La citazione dell'inizio è di Margaret Thatcher. Un'altra che SAPEVA.

venerdì 19 settembre 2014

Knights who say "NI!"


La domanda del sondaggio era: "La Scozia dovrebbe essere indipendente?" La maggioranza ha risposto SI.

Un momento: 58+52= 110. 
Ecco, lo vedete che è una cosa impossibile?


"Comunque la pensiate e anche se vi concediamo di votare, alla fine vinciamo sempre noi."


P.S. A meno che, un Regno Unito unito non sia maggiormente auspicabile per far più male alla UE e mollarla al suo triste destino. Nigel è contento...




mercoledì 17 settembre 2014

Roberto Benigni: che recitò Dante e finì nel girone dei bugiardi



“Sono europeista da prima di Carlo Magno, ma l’euro è una moneta senza stato. Ci sono 28 paesi ognuno con un suo punto di vista. Di peggio c’è solo la sede del PD. Se ognuno si libera dalle sue piccole cose e cede sovranità riusciamo a farla questa Europa. Non è uno scambio di regole ma di sogni. E questa è l’unica cosa che ci garantisce la pace”. (Roberto Benigni, 16 settembre 2014, I E.R.)

Siccome ce lo chiede l'E.U.R.O.P.A. (E' Una Ributtante Operazione di Propaganda Antidemocratica) la serata televisiva di martedì ha visto l'esordio dei talk show gemelli, un'apparizione più inquietante delle morticine di "Shining". Un vero scontro di Titanic tra mozzi: il ridanciano e il vicesostitutoportiere.
Repubblica, con un delirante autopompino, descrive la propaganda piddina a reti unificate "la fusione calda dei talk show e un dramma per i telespettatori", riferendosi all'oggettiva impossibilità del piddino modello base di poterli guardare tutti e due allo stesso tempo senza zappettare disperatamente tra la Rai e La7. Un dramma, capite? Strano la chiamino fusione e non scissione, visto che si parla di schizofrenia.

Io, più cinicamente, trovo la bizzarra operazione null'altro che il tentativo di occupazione sistematica delle frequenze, come in quei film di alien invasion dove sui monitor, uno dopo l'altro, scompare il segnale, sostituito dal medesimo messaggio minaccioso extraterrestre. 
Ho già annunciato che quest'anno i talk show in blocco se li ciuccierà chi non ha ancora completato la Cura Ludovico e ha bisogno ancora di una ripassata al limite di sopportazione umana. Io ho già dato, basta.
Tuttavia, visto che  la mia timeline di Twitter era un unico grido angosciato di fronte alle cose che sono state dette durante le suddette trasmissioni, dedicherò appena una pennellata, un ritocchino, ad un personaggio di cui già mi sono occupata in occasione della sua trasmissione sulla Costituzione.
Lo spunto ed il personaggio mi servono per dimostrare ancora una volta che chi afferma che questanonèverasinistra si sbaglia. E' sinistra e di quella bona. Essi vivono.

Vedete, Robertino è l'archetipo del comunista e della sua parabola storica. Di colui che, perduto il punto di riferimento dell'URSS, lo ha sostituito egregiamente con l'ordoliberismo montante, senza nemmeno per un momento soffermarsi ad osservare l'enorme, oscena contraddizione insita nella propria scelta.
Mi dicevano, perché non l'ho visto, che Benigni è apparso benedicente ed auspicante l'ulteriore perdita di sovranità in favore dell'Europa, con il vicesostitutoportiere che per poco non cade in ginocchio e gli bacia il lembo del mantello. Euro ti voglio bene. Peccato non possa prenderselo in braccio come un pupo, il feticcio orostellato, l'euromostriciattolo. Per i forti di stomaco qui c'è il filmato del marchettone doppio carpiato con avvitamento tra il finto intervistatore e  il toscanaccio (il toscanaccio in oggetto, non "quello là"), con atroce decapitazione in diretta della dignità.
E' successo nella stessa trasmissione dove sono apparsi anche Romano Prodi ed Eugenio Scalfari, immaginando cosa possano aver detto anch'essi su Europa, suicidio ed autorazzismo.
Una Salò al completo, dai gerarchi ai guitti con il motto "Trent'anni di lecchinaggio e non abbiamo mai perso un culo".
A sentire i commenti sui social non si registravano tanti conati di vomito nei telespettatori dai tempi del capolavoro pasoliniano con lo stesso nome,  o almeno in coloro che hanno conservato un barlume di lucidità critica di fronte al medium televisivo. Una nota di ottimismo: questi pare siano i dati di ascolto della serata. Backfire.

Tornando a Robertino. Qualcosa dev'essere successo tra l'era del Mario Cioni e quella dell'Oscar. Ci dev'essere un anello dell'iridio nella cortex in corrispondenza dell'Illuminazione. In fondo è la vecchia fascinazione per il potere e la menzogna che permette ad esso di prosperare ed è lo stesso fenomeno che abbiamo osservato in altri communisticosì, da quelli spalmabili a quelli vittime di avvelenamento da cashmere fino all'attuale dirigenza piddina. "Ma quelli sono democristiani", ribattono i disperatamente negatori dell'evidenza. I babbi saranno democristiani ma la mamma è il vecchio apparato comunista. Fate la prova del DNA e chiedete loro della patrimoniale.
Roberto, dicevo, ieri sera ha fatto finta di buffettare il premier ragazzino rispondendo alle domande a salve del Giannini ma, a proposito di Doppelganger e di scissione, io vedo una straordinaria somiglianza tra i due maledetti toscani, come se la sinistra, dopo l'ibridazione, gemmasse ormai sempre lo stesso tipo di entità biologica simbionte del potere. Perché Renzi non tocca la potta alla Merkel e il pacco a Barroso ma siamo lì. Ed è un ballista provetto.

"Più una menzogna è grande più la gente la crederà" recita il I° postulato della propaganda.
Notavo una curiosa sincronicità. Benigni, così innamorato della menzogna europea da auspicare l'unconditional surrender nelle mani del boy scout finlandese, non è colui che ha campato per anni celebrando le gesta di uno dei più fenomenali bugiardi della storia italiana e prima ancora di un altro bel rodomonte milanese? Ha vinto il paraculissimo Oscar de "La vita è bella" con una storia praticamente identica a quella raccontata in "Jacob il bugiardo" con Robin Williams, raccontando la storia di un toscano che racconta balle e alla fine si salva salendo sul carro armato del vincitore.
Si è poi occupato in seguito di un altro celeberrimo bugiardo, Pinocchio, rimanendo però annichilito dal contatto con il capolavoro, fenomeno che si è per altro ripetuto quando ha eseguito la trascrizione per piddino della poesia di Dante e ha ricoperto di melassa appiccicosa la nostra Costituzione.
Ora, appunto, celebra una delle più colossali truffe ideologiche della storia spacciandola per sogno. Il fogno vendoliano. Rieccoci a parlare di leader della sinistra. Tutte pure coincidenze, figuriamoci.

giovedì 11 settembre 2014

La Bischeromics dell'Antica Gelateria del Bolso vs. Draghi e la svalutatio isterica alla Sabino Capogreco

il capolavoro è di Pep Marchegiani

Tra un'inchiesta e l'altra sui loro capibastone locali (stanno diventando berlusconiani anche nella tendenza a rendersi simpatici ai magistrati, brrr), riuscirà l'Antica Gelateria del Bolso a trovare i venti miliardi della tangente a DB senza: 1) toccare la sua base elettorale; 2) mettere un ditone in culo alla sua base elettorale; 3) disinnescare il pericoloso risveglio psichedelico di Fassina e, last but not least 4) scontentare i suoi padroni senza frontiere, rappresentati sul palcoscenico da quegli Olivieri&Pancaldi di Junker e Barroso?
Io dico di no - ma non perché lo dico io o perché sono un genio, lo dice la logica e quel famoso primo volume del manuale di economia - anche perché i venti miliardi si ripresenteranno anche l'anno prossimo e quelli successivi, fintanto che non salterà qualche bunker. 
Sono convinta che questo fatto, che si tratta di un massacro in itinere, ancora  irRenzi e le dame del Palio lo ignorino e sarà bello guardare le loro facce, la faccia del terrore, quando lo scopriranno. Perfino le facies amimiche delle varie Mogherini e della... come si chiama.... la ex-morosa di.... ah, si, questa, assumeranno l'espressione cara a Munch.

Stanno in piedi soltanto grazie alla propaganda, prettamente televisiva, perché i giornalacci di partito, se Dio vole, stanno morendo sotto i colpi di quel mercato che si erano messi improvvidamente ad idolatrare. "Nessun pasto è gratis", diceva Maggie. 
La propaganda del Grande Piddino. Ora capiamo finalmente perché gli antiberlusconiani per finta non toccarono mai le televisioni a Iddu. Perché un giorno lo stesso tipo di monopolio ideologico sarebbe tornato utile a loro. Se buttate un occhio ogni tanto su  La7 sapete di cosa parlo. Perfino i critici più smaliziati cominciano a rendersi conto del rischio overdose. Dopo uno speedball a base di Floris-Mentana-Gruber rischi veramente di schiattare in salotto con l'ago in vena. 
La vera Repubblica di Salò, merda compresa, è lì, in televisione. Guitti di regime con il senso dell'umorismo anestetizzato dai dané, giornalisti con i setti nasali ormai distrutti dallo sniffamento compulsivo dei culi padronali, che mandano avanti il nauseabondo dibattitodafestapiddina a ciclo continuo con i gerarchi e le gerarchine di partito che ripetono i giri di parole, le menzogne da governanti collusi e felici, fintoingenui e simil-incompetenti accuratamente confezionate in rotoballe mediatiche che hanno imparato a vomitare a comando alla scuola del potere dei loro mandanti. 
Se ne meravigliano pure, delle cazzate che combinano. "Stanno calando le entrate tributarie". Ma guarda un po', non sarà perché il PIL cala, perché la domanda interna è paralizzata dalle vostre manovre di salvataggio che ci affonderanno? Li ascolti e ti senti in confronto un Maynard Keynes, cosa che non ti gratifica per niente. Il grasso che cola è solo quello nei loro pentoloni da Leonarde Cianciulli dove rimestano gli ultimi brandelli di democrazia di questo paese. Non basta e non basterà il doping al PIL, perché mica puoi mettere l'IMU sui capannoni dove tagliano la coca o la TASI e TARI sul davanti e di dietro delle mignotte. 
Non basterannno le cacatine isteriche di Mario Draghi, almeno fino a quando non ce lo troveremo come Presidente della Repubblica al posto di GRNP l'innominabile, con un tedesco al suo posto alla BCE il giorno dell'Armageddon.

Io non li ascolto più, non li guardo più. Aspetto che i francesi facciano presto. Spero poi che quei maledetti sessantottini si estinguano come i dinosauri, che la Germania e i suoi fottutissimi tradizionali collaborazionisti ricevano l'ennesima lezione dalla Madre Russia e la prossima volta riscoprano veramente la durezza del vivere che tentano di appioppare a noi. Sogno di andare in vacanza un giorno in qualche splendida isola dell'Egeo, circondata da greci ricchi serviti al tavolo da camerieri di Berlino. Se ci fosse un Dio, perdio, questa dovrebbe essere la sua giustizia.
A proposito, come si fa a non sentire nemmeno un belato provenire dall'Isola Tiberina quando al telegiornale va in onda la prova che appoggiamo dei nazisti in Ucraina? Ah, già, il prossimo revisore della spesa sarà Ruttolomeo Gutgeld. Perché non addirittura Netanyahu, allora?



Scusate lo sfogo e l'amarezza palpabile di queste righe. Oggi è pure quella giornata di merda dell'undici settembre. Chissà se i compagni riusciranno mai a vedere il filo nero che lega l'11 cileno a quello americano ed eviteranno un giorno di ripetere sui loro blogghetti di regime che, a loro, che siano morti quelli delle torri in fondo fa piacere perché tanto erano imperialisti?



lunedì 8 settembre 2014

Post in progress


No, il blog non è morto. Si era solo assentato per un po', in cerca di ispirazione ed ossigenazione, nonché disintossicazione dalle miserie della politica italiana, che sono peggio del crack. Ora che il secondo mese più stronzo dell'anno è arrivato (l'altro è febbraio), è ora di ricominciare a scrivere ma ho bisogno della vostra collaborazione per un post che sto preparando.

Si parla di depressione e, siccome ho scoperto casualmente che il farmaco che mi aveva guarita a suo tempo è stato ritirato dal mercato, mentre ricevo sempre più lamentele circa l'inefficacia dei farmaci che l'hanno sostituito e che vengono somministrati a dogs and pigs, con effetti collaterali devastanti di cui parleremo, vorrei raccogliere delle informazioni, tramite il seguente questionario,  da altre persone che abbiano sofferto o soffrano attualmente di depressione.
Ovviamente è garantito l'assoluto anonimato e le risposte dettagliate, se vorrete, potete anche lasciarle, oltre che nello spazio qui sotto, cliccando qui sul link alla pagina dell'indagine. Potete anche segnalare la ricerca ad altre persone interessate.
Grazie per l'eventuale collaborazione.

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