mercoledì 18 aprile 2012

Niente, niente, sono solo i lacrimogeni


Vicepreside. Ha ragione Luca Telese a definirla così ma a me Elsa Fornero ricorda una figura assai più perturbante della mia carriera scolastica alle elementari: l'assistente sanitaria.
Non me la sono mai dimenticata. Era una cinquantina piccola e dalla faccia dura e rugosa come quella della Cosa dei "Fantastici 4". Capelli corti e neri e rossetto sempre sbavato sugli incisivi radi. Sempre in camice bianco che più bianco non si può. Poveretta, magari in privato era una pasta di donna che coccolava i nipotini a forza di pane e nutella, ma mi terrorizzava.
Poteva arrivare in classe in qualunque momento della mattinata e non si faceva annunciare, faceva irruzione. Spalancava la porta con la stessa grazia che avrebbero usato i Delta Force, gracchiando: "Visita medicaaa!" Da quel momento poteva capitarti l'intradermoreazione alla tubecolina oppure una di quelle schermografie, fatte nel cortile della scuola con l'unità mobile, che andavano così di moda negli anni '60, fottendosene bellamente delle conseguenze delle radiazioni sugli impuberi. Mi viene da ridere a pensare che oggi, dal dentista, per una lastrina ad un molare escono tutti dalla stanza e tu rimani lì con dieci chili di piombo a grembiulone addosso che ti ricopre dal collo ai piedi. Allora si andava più per le spicce. Due, tre proiezioni ciascuno, e avanti il prossimo. E' strano che noi degli anni Sessanta non siamo fosforescenti al buio.


Il potere dell'assistente sanitaria sulla tua salute era quasi assoluto, a meno che il pediatra non ti facesse un certificato d'esenzione per l'intradermoreazione alla tubercolina o altre diavolerie del genere. E, ovviamente, tutto ciò che ti faceva: punture, lastre e visite, comprese le sgridate e gli scappellotti (allora usava, mica c'erano i genitori di oggi), perché a volte, in quanto bambino, ti capitava di piangere, era per il tuo bene. Ti faceva male ma era necessario e non si doveva discutere. Come la riforma della Fornero.

4 commenti:

  1. con l'aggravante che chi dovrebbe elargire il certificato di esenzione lo elargisce solo a se stesso

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  2. Amichetta22:49

    NON POSSO CREDERCI!!!

    Ti è capitata l'occasione che io sognavo da anni, ovvero riuscire a fare un post sulla VIGILATRICE, e hai sprecato questa incredibile occasione non menzionando la parola neppure una volta!

    Tu non meriti di essere amichetta mia!!!

    :-D

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  3. Amora, io non l'ho mai chiamata vigilatrice. Sempre "assistente sanitaria". Forse vigilatrice è il suo nome modevno. :-)

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  4. parli delle elementari ovviamente? eh si, quella metà degli anni 60 in cui a roma ho visto di tutto per strada, ma anche a scuola.
    l'assistente sanitaria era un uomo che sembrava muto, ma i trattamenti sono stati gli stessi, infatti non siamo in molti ad essere sopravvissuti a quelle stronzate.
    ma prima di quell'uomo muto nella scuola pubblica ho avuto una suora, abbastanza brutta e cattiva, come tutte le suore del marymount dove mi mandarano a 5 anni perché leggevo e scrivevo già da un anno e mezzo: mi tolsero da lì però - i miei erano presenti- più che altro mia madre prese a botte due suore e una di queste sembrava un uomo vestito da suora.
    quelle due suore mi ricordano fornero e monti di oggi: chissà che non se bècchino 'na bella sveja pure loro se continuano così?

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