mercoledì 29 agosto 2007

Evviva il paraculone

A me Michael Moore piace, come il Crodino. E' un paraculone ma gli argomenti che tratta sono troppo importanti per farseli sfuggire. A volte i suoi discorsi mireranno un po’ troppo alla nostra pancia, è vero ma sul fatto che gli americani siano ostaggio delle lobby delle armi, che la famiglia Bush sia sempre stata in affari con loschi individui sauditi e che un americano disoccupato rischi di doversi vendere la casa e forse anche le terga per potersi permettere un intervento chirurgico, non ci piove.
Moore è la versione super-size del bambino che grida "il Re è nudo", per questo mi è simpatico e poi ce ne fossero di americani così, che hanno l’umiltà di ammettere che non sono semidei perfetti e che altri paesi in certe cose sono più avanti del loro.

Mi piacque molto “Bowling for Columbine” e non dimenticherò mai la figura di merda che fece fare a Charlton Heston, che nessuno avrebbe mai detto essere un tale fascistone.
Mi deluse un po’ con “Fahrenheit 911”, solo perché non ebbe il coraggio di andare fino in fondo nel ragionamento sull’11 settembre (e per questo dico che è paraculone) ma anche lì la scena disgustosa di Wolfowitz che ciuccia il pettinino e l’espressione da encefalogramma piatto ma da gatto con il sorcio in bocca di Bush nella scuola della Florida valevano da sole i soldi del biglietto.
Non ho ancora visto "Sicko", il suo ultimo film, ma sento di poter dire la mia sull’argomento sanità pubblica e sanità privata.

Una decina di anni fa quando a causa di un virus ebbi la neurite ottica e tutta una serie di gravi problemi neurologici, per fortuna poi risolti, nell’incertezza della diagnosi e nell’angoscia di sapere se la mia malattia era guaribile o no frequentai parecchi forum americani su Internet, offerti da Istituti Medici Universitari. I pazienti esponevano i loro casi e i medici rispondevano.
Capitava anche di chattare tra di noi. Rimasi letteralmente di merda quando, in un forum di oculistica, una ragazza mi disse che avrebbe potuto curare la sua cecità progressiva grazie ad un intervento, che però costava 200.000 dollari, che lei non aveva. Ancora oggi questo pensiero, di qualcuno che forse non potrà più vedere perché non ha 200.000 fottutissimi dollari, mi fa impazzire. La trovo una cosa abnorme, di una ingiustizia siderale.

Altri malati, affetti da sclerosi multipla, mi raccontavano che spesso la loro diagnosi veniva nascosta alle loro compagnie assicurative perché altrimenti esse avrebbero ritirato la copertura. Si può capire perché: la sclerosi multipla è una malattia a tutt’oggi inguaribile, altamente invalidante e i farmaci utilizzati per il suo contenimento, come l’interferon-beta, sono carissimi. Aumenta il rischio e le assicurazioni si tirano indietro, lo sappiamo anche noi. Io stessa, quando fui ricoverata in neurologia per gli esami e la risonanza magnetica (tutto gratis), mi sentii dire in seguito dalla banca che l’assicurazione sui ricoveri offerta ai clienti non prevedeva un rimborso per le degenze nel reparto neurologia. Un’appendicite passi, ma una lesione neurologica magari permanente no.

Tornando ai forum americani, ricordo che ogniqualvolta dicevo che da noi le cure erano pressocchè gratuite si scatenava l’incredulità e anche quel senso di invidia che ben trasmette Moore nel suo film, per quel poco che ho visto dai frammenti presenti su YouTube. Tutti a dire quanto ero fortunata e quanto loro trovassero ingiusta la loro condizione di dover dipendere dalle paturnie delle compagnie assicurative e da una sanità per principio a pagamento.

Ho letto in questi giorni le patetiche, a mio parere, difese dei tanti volontari della libertà autolaureatisi in quattro e quattr’otto avvocati difensori per partito preso del sistema sanitario americano. Quello che non ho letto da nessuna parte è l’ammissione che quel sistema è sbagliato perché semplicemente esula da un principio fondamentale di giustizia sociale: che la salute è un diritto, non un bene di consumo. E’ un problema di mentalità. Loro ti dicono che ci sono polizze che ti offrono servizi ben migliori dei nostri. Grazie al cazzo, se pago è ovvio, ma se perdo il lavoro per qualsiasi motivo, e può non essere colpa mia, negli USA perdo anche la copertura assicurativa. Dicono che c'è comunque un' assistenza gratuita per i "bisognosi" (Dio che nervi quando li definiscono così!) e che Moore è un cacciaballe.

Cercando l’immagine di Sicko da postare sono capitata per caso nel blog di questo ragazzo americano . Sentite cosa dice:
“Sono stato fortunato nella mia vita per aver sempre avuto qualche tipo di copertura assicurativa. Per un paio di interventi, l’assicurazione di mia madre coprì quasi per intero i costi.
La sola volta che rimasi scoperto fu quando mi trasferii a Dallas ed ero disoccupato in cerca di lavoro. Una volta trovatolo e ritornato in possesso di un’assicurazione sanitaria andai dal medico per un check-up e lui mi disse che non dovevo pagare nulla per gli esami, tranne 20 dollari per una specie di ticket. Un paio di mesi dopo ricevetti un conto di circa 400 dollari. Ero scioccato perché un mio amico aveva fatto gli stessi identici esami del sangue, nello stesso ospedale e presso lo stesso dottore e aveva pagato solo i 20 dollari.
Ho sempre pensato che se mi fossi ammalato seriamente nella vita avrei avuto una buona copertura assicurativa. Ora non ne sono più tanto certo. Sto pensando di trasferirmi in un paese dove c’è un servizio sanitario nazionale, così dovrei preoccuparmi di meno.”
Sono pensieri difficili da capire per noi, che se ci sentiamo male godiamo sempre e comunque di un servizio di intervento gratuito e che se dobbiamo subire un'operazione nessuno ci chiede se possiamo pagarlo. Nessuno nega che esistano la mala sanità, l’incompetenza e la sporcizia in alcune realtà di sanità pubblica ma il principio è salvo. La salute è un diritto. Le tasse che paghiamo permettono ai malati, tra i quali ogni tanto ci siamo anche noi, di essere curati
Il farmaco che Michael paga 120 dollari in USA, a Cuba costa 5 centesimi perché così dev’essere ma gli avvocati della sanità del libero mercato si farebbero tagliare le palle, pur di ammetterlo.



15 commenti:

  1. Io mi chiedo come facciano i medici a guardare uno negli occhi e dirgli: non ti possiamo curare. Allucinante, in certi casi è una condanna a morte...E non rispetta il giuramento di Ippocrate, ma a questo punto non so neanche se là lo facciano. Io non andrò a far la specialistica là, non voglio guardare qualcuno negli occhi mentre lo condanno, il medico e il sistema sanitario devono solo pensare a curare. Tutti.

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  2. Speriamo che non si mettano ad esportare anche sanità...

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  3. Anonimo23:45

    Conosco bene la realtà della Sanità italiana. Purtroppo. Ha tanti difetti. E' vero.
    Ma fare confronti con il sistema sanitario americano è impossibile. proprio perchè, semplicemente, in america non esiste il diritto di cura.
    Chi confonde la necessità di migliorare il livello medio della nostra Sanità eliminandone le storture più macroscopiche, con l'introduzione di un sistema "all'americana", forse non sa di che parla.
    Un sorriso Sicko
    Mister X di COmicomix

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  4. La previdenza integrativa già ce la siamo cuccata. Il prossimo passo sarà la sanità integrativa?
    Moore sarà pure un paraculo, ma almeno ha avuto il coraggio di fare certe denunce. Portare americani a Cuba per farli curare gratuitamente è stato un bello schiaffo per il sistema

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  5. Anonimo08:53

    Ciao
    Ho letto con molto interesse il tuo articolo e devo diere che sono rimasto molto colpito dallo schifo che c'è nel tanto imitato USA.
    Queste assurdità mi sono note ma fano sempre un certo effetto sentirle dire da "persone vere".

    A Sar@ che si chiede "come facciano i medici a guardare i malati" ...bhè, quando sei una bestia e il tuo Dio è a forma di '$', tutto è più facile... e per questi casi che l'umanità merita l'estinzione, xké tanto il futuro è dei più ricchi e più forti.

    Fai una rivoluzione? Poi sale al potere un altro tizio che al vedere nuove ricchezze perde la testa... come la rivoluzione francese ci insegna

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  6. Il sistema sanitario americano non funziona e basta. E' uno dei più costosi del mondo e non dà accesso alle cure a tutti i cittadini.
    Di tutte le cose da non prendere come modello dagli stati uniti questa è la prima.

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  7. Anonimo09:51

    Italia.....America
    Da un opposto all'altro....ma in media stat virtus

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  8. Anonimo09:52

    sul tuo come sul mio e su altri blog si sta creando una sorta di Sanitaly Fan Club. Molto sorprendente.

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  9. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  10. Anonimo10:10

    purtroppo più passa il tempo più l'Italia cerca di emulare il sistema medico americano....dire che la democrazia americana è andata a farsi f****** è banale, però non mi viene in mente nessun commento migliore. Ah, e giusto per amore di cronaca: in Svizzera pagano meno degli Italiani per la sanità. La qualità non è nemmeno paragonabile.

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  11. Cara Lameduck, è tutto collegato. Ormai il potere non ha piu bisogno di combattenti di leva. Quindi coloro che sono poveri e non servono a mantenere i rapporti di forza di questo potere, crepino pure. L'unica logica prevalente è quella dei profitti che piovono in tasca a queste oligarchie. I fondi destinati al sostegno sociale stanno scomparendo. L'istruzione pubblica e gratuita si sta riducendo una fabbrica di consumatori analfabeti. Non sopravvive alcuna cultura che contrasti questa smodata ricerca dei profitti dei pochi. Gli altri, fermo restando gli sfruttati, che per via della sovrappopolazione sono intercambiabili, crepassero pure. In galera o prede delle loro malattie che una sanità fondata sul guadagno delle assicurazioni non ha alcun interesse a curare.
    Per i nostri politici l'America è un modello da raggiungere e a cui uniformarsi.
    E' una sottocultura generalizzata di tipo elitario-razzista, a cui basta una piccola percentuale di middle class di consumatori. Gli altri: carne da brodo.
    Ps in America ci si puo far reclutare come Cavie per la Aziende farmaceutiche. Lì ti pagano e le analisi te le fanno gratis, pre conoscere lo stato di salute dello sperimentando. Ovvio che se te ne vai prima, ti mandano a casa il conto...salato, ovvio.

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  12. Non ho ancora deciso se andrò a vedere il film, anche se gli altri mi sono piaciuti. Date per scontato che in Italia si ha diritto ad essere curati e negli Stati Uniti. Anche nel nostro Paese la disponibilità economica può fare la differenza se guarire o no. Spesso per una visita medica ci sono file di oltre un anno (costatato di persona) o per gli interventi chirurgici bisogna andare all'estero. Per non parlare delle associazioni che organizzano i "viaggi della speranza"

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  13. E' interessante la discussione che si è scatenata su OKNotizie...

    @ cloro
    Ti straquoto! Infatti chi sono i poveracci che mandano a morire in Iraq come soldati? Portoricani, ispanici in genere, pellerossa (quei pochi rimasti), neri, italoamericani, asiatici, i quali se non muoiono poi danno fastidio come reduci ai quali bisogna passare l'arto artificiale. Ho letto che ad alcuni, troppo conciati, tolgono anche la pensione di reduce e li sbattono fuori dai marines, e che si arrangino. Poi ovviamente ci sbrodolano addosso tutta la retorica del soldato Ryan.
    Per quanto riguarda il discorso cavie purtroppo anche in Europa (Italia compresa) siamo all'avanguardia. Hai mai letto "Faccia da turco" di Gunther Wallraff?

    @ felik
    io non credo che siamo la perfezione. Ho letto l'inchiesta agghiacciante di Gatti sul Policlinico romano e sono d'accordo che da noi ci sono sprechi, inefficienza, baronie, incompetenza ecc. Però è salvo il principio: la sanità è un diritto.
    Sui viaggi della speranza. Guarda, a volte gente disperata che non sa dove sbattere la testa si fa abbindolare dal fatto che quel tale chirurgo in America o in Francia... ma esistono fior di medici anche da noi. A volte anche "fa fino" andare all'estero.
    Mio padre fu operato da uno dei migliori chirurghi epatici d'Italia, all'ospedale S. Orsola a Bologna, senza spendere una lira.
    La moda di "andare a pagamento" spesso non vuol dire avere un trattamento migliore. Io nelle cliniche private, le rare volte che mi sono vista costretta a ricorrervi, mi sono sempre trovata male. Sarà un caso che non fa testo ma quando feci la risonanza (in una clinica privata perchè nel nostro ospedale non c'era ancora), siccome non ero a pagamento mi hanno fatto l'esame in maniera sciatta e senza bloccare il cranio. A mio padre in una clinica hanno messo un catetere non necessario provocandogli un'infezione. Invece in ospedale ho sempre trovato la massima cura. Magari è solo fortuna ma non posso proprio lamentarmi dell'assistenza che la mia famiglia ha avuto dalla sanità pubblica.

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  14. Brava per avere avuto la pazienza di portare avanti degli esempi tratti dalla tua esperienza personale, perchè altrimenti se ne parla in astratto e non si sta di cosa si sta parlando...


    Pensatoio

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  15. @ Pensatoio
    vogliamo anche dire che quando in una struttura pubblica vedi un'anziana ammalata trattata dalle infermiere come fosse la loro nonnina, chiamandola per nome e coccolandola per te quando tu non ci sei e non perchè sei a pagamento ma solo per umanità e solidarietà, ti si colma il cuore di gratitudine? E' successo con mia madre in occasione del suo ultimo ricovero.

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